PAOLO LO RE

Paolo, genovese di nascita ma “elbano” da parte di madre, si avvicina allo studio della chitarra intorno ai dodici anni spinto dall’esempio del padre che suona una classica a sei corde nei momenti di relax cantando le canzoni dei grandi interpreti dell’epoca (F.Sinatra, B. Crosby…). Parallelamente alla frequenza di un corso di chitarra classica presso una scuola genovese, Paolo inizia a suonare in una gran quantità di band locali. A quel tempo il repertorio spazia dal rock afro-cubano di Santana al rock’n’roll, dai cantautori italiani (Battisti in testa) alla bossa nova, verso cui nutre una particolare predilezione. Dopo aver avuto esperienza come orchestrale in formazioni di musica da ballo, nel 1984 Paolo inizia a frequentare il “Louisiana Jazz Club” di Genova (a quel tempo uno dei più conosciuti e stimati jazz clubs d’Italia) ed in particolare segue le lezioni di chitarra jazz del M° Alessandro Armanino di cui in seguito diventa collaboratore.

n quegli anni d’intenso studio dei classici della chitarra jazz, il futuro “one man rhythm section” usa il plettro e si fa le mani trascrivendo Barney Kessel, Joe Pass, Tal Farlow e Wes Montgomery diventando un elemento stabile della formazione “Guitar Ensemble”. Partecipa inoltre a seminari tenuti dai più importanti chitarristi jazz d’oltreoceano (B.Kessel, J.Pass, K.Burrell e T. Farlow). Nel giugno 1995 nel corso dei preliminari per la formazione di una nuova band, Paolo conosce la cantante Giuliana Cangemi. Abbandonato questo progetto i due decidono di formare un duo: Paolo continua ad usare il plettro e il repertorio include interi album di Joe Pass ed Ella Fitzgerald nonché canzoni di successo e brani di musica leggera rielaborando spunti musicali della più varia provenienza. Nel 1996 Paolo scopre il magico mondo della musica di Tuck and Patti ascoltando “Learning how to fly”: è l’illuminazione! Questo è quello che vuole suonare. Paolo posa il plettro nel cassetto e mette all’opera la mano destra. Sono anni faticosi, di giornate intere passate ad ascoltare e a trascrivere le prodezze di Tuck. Le serate nei locali continuano e fanno da palestra per l’apprendimento del nuovo stile. Il suo lavoro viene ripagato nel 1997 con il riconoscimento del duo “Paolo & Giuly” come miglior gruppo jazz emergente al concorso nazionale del X° Festival Jazz di Sori. Paolo e Giuly, votati all’unanimità dalla giuria popolare e da quella degli esperti, presentano arrangiamenti originali di standards alla maniera di Tuck and Patti. Motivati da tale affermazione Paolo e Giuly continuano a suonare in locali e rassegne in tutta Italia. Nel 1999 Paolo vince una borsa di studio per le “straordinarie prestazioni accademiche” nell’ambito della rassegna “We Love Jazz” tenutasi a Genova con docenti di assoluto rilievo nel panorama jazzistico internazionale quali Kenny Barron, Ben Riley, Buster Williams e Sandro Gibellini. In tale occasione viene avviata una collaborazione col flautista jazz Marco Bottini, con il quale vengono tenuti concerti nei locali e partecipano a rassegne jazz del ponente ligure. Oltre ai numerosi seminari e workshops seguiti in Italia con docenti italiani e americani, l’esperienza più importante dal punto di vista formativo per la sua carriera è sicuramente la partecipazione al “JazzCampWest” del 2001 svoltosi a La Honda in California, il posto più prestigioso ed organizzato per imparare e vivere il jazz in tutte le sue sfumature, immerso in una comunità di musicisti eccezionali. Negli USA ha partecipato alle lezioni di “fingerstyle jazz” di Tuck Andress ed ha avuto la rara opportunità di approfondire lo studio di questa particolare tecnica, illustrata dal maestro stesso; un’esperienza estremamente formativa che gli ha dato l’opportunità di seguire gli insegnamenti e suonare con alcuni dei migliori musicisti e docenti del mondo. Tra gli altri ha seguito le lezioni di armonia di Mark Levine e quelle di Brazilian guitar di Ricardo Peixoto. Rientrato in Italia Paolo incide il CD “We’ll meet” con Giuliana Cangemi. Il disco, recensito da Tuck and Patti,prende il titolo dal brano di apertura ed è ispirato dall’esperienza del JazzCamp.. Il CD, oltre ai due brani originali “We’ll meet” e “Ma che storia” contiene arrangiamenti originali di standards americani e italiani e una personalissima versione di “Creuza de ma” di Fabrizio De Andrè. In alcuni brani del disco è presente il batterista genovese Rodolfo Cervetto, con il quale si avvia una collaborazione. Nel 2002 torna in California, dove si esibisce nei locali della Bay Area (S. Francisco, Berkley, Palo Alto) e partecipa al ”Art and Wine Festival” a Brentwood (CA) riscuotendo entusiastici riscontri da parte di critica e pubblico. Negli anni a seguire il duo si esibisce nei locali più prestigiosi partecipando a varie rassegne musicali a carattere nazionale. Paolo continua inoltre ad approfondire lo studio e l’esplorazione della tecnica chitarristica , tenendo inoltre, con il benestare e su espressa indicazione di Tuck Andress, specifici seminari e workshops, curando sul proprio sito una rubrica dedicata agli appassionati del “Tuck Andress’ style”. Nei primi mesi del 2005, dopo quasi 10 anni di attività, il duo “Paolo e Giuly” si scioglie. Il progetto continua con la cantante Michela Resi (che ha collaborato, tra gli altri, con Bobby Durham , nell’album “We three plus friends”). Questa formazione ha partecipato, tra le altre, alla rassegna “Elba Jazz Festival” nell’ambito di Toscana Jazz 2005 ed alla rassegna internazionale “Mediterraneo Jazz Festival” tenutasi sempre all’Isola d’Elba nel giugno 2010. Attualmente Paolo collabora attivamente con la vocalist jazz Stefania Pasqualini con la quale forma il “Due Note Live Project”. Tra le varie esibizioni spicca la partecipazione al “Jazz & Wine Festival“ prestigiosa rassegna a carattere internazionale tenutasi nel 2009 a Cavi Borgo. Nell’agosto 2011 Paolo partecipa con il “Due Note Live Project” alla rassegna internazionale ELBA JAZZ 2011 tenutasi all’ Isola d’Elba. E’ musicista stabile, con Stefania Pasqualini, del Louisiana Jazz Club di Genova.


Condividi :